Non è facile affrontare con bambine e bambini della scuola primaria il tema della Shoah. Ci vogliono maestre e maestri sapienti. Ci vuole un lavoro attento che affonda le radici nella pratica quotidiana di chi - mentre insegna - ascolta, guida, comprende e ama. Ci vuole la tenacia di chi crede nella scuola e nel suo ruolo fondamentale per formare coscienze critiche, seminare valori, educare alla pace, alla giustizia, al rispetto e all'accoglienza. Parole, queste ultime, che ricorrono nel PTOF, nei documenti e nelle programmazioni del nostro istituto non per mero esercizio retorico, ma perché costituiscono la cornice di senso del nostro modo di fare scuola.
In queste settimane, quindi, abbiamo parlato della Shoah, consegnando a bambini e bambine, uomini e donne in divenire, insieme alla memoria di una tragedia, la memoria dei valori, quella dei Giusti, la forza dell'agire e del pensare in libertà.
Nella Giornata della memoria, sulle pareti del nostro istituto sono confluite riflessioni, espressioni grafiche, composizioni scritte, scaturite dalla lettura di brani, dall'analisi di documenti e dal dibattito sui temi trattati.
Un "muro della memoria", per ricordare che questo è stato, per impegnarsi perché non accada mai più, per far sì che bambine e bambini possano rispondere quotidianamente all'appello di Primo Levi, a quel grido "Shemà", con il semplice e speciale "capolavoro della loro vita".